Festa e lavoro. La doppia morale by Franco Riva

autore:Franco Riva [Riva, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Castelvecchi
pubblicato: 2024-11-15T00:00:00+00:00

Mondo, lavoro, ambiente

Spirali dell’ascesi inframondana, condanne del prometeismo tecnologico, critiche della società disciplinare. Nulla si arena però sulle spiagge incerte del secolarismo incompiuto del lavoro in ostaggio ancora di retaggi arcaici e sacrali, o su quelle melanconiche della nostalgia dell’ozio per qualche utopia in avanti (tempo libero) o all’indietro (contemplazione). Non v’è dubbio che vi siano degli incompiuti, delle delusioni e delle ingiustizie del lavoro che spingono a revisioni e cambiamenti anche in rapporto al tempo libero. Tuttavia, anche qui le cose sono meno a senso unico di come può sembrare stando alle polemiche contrapposte del secolarismo incompiuto o della nostalgia dell’ozio.

Ascesi inframondana non significa né consegnarsi mani e piedi alla società, né farsi complici della distruzione tecnologica della natura. Mondo umano e mondo naturale che neppure loro sono a senso uni-co. Nell’ascesi inframondana il mondo umano del lavoro è abbracciato ma al tempo stesso contestato perché incoerente, inautentico, ingiusto, alienato, eccessivo; e il mondo naturale trasformato dal lavoro resta, non di meno, lo stesso mondo creato – mondo di doni ricevuti, di ospitalità, di rese di grazie, di responsabilità. Mondo quindi che liquida come pretestuosa l’equivalenza del prometeismo tecnologico tra creare, sfruttare e distruggere. Il controllo ossessivo del monastero collettivo della società disciplinare s’infrange anch’esso sullo scoglio del senso umano di lavoro/festa, legge/libertà, che è irriducibile all’utilità reciproca dentro cui viene spesso confinato. Perfino lamentare il mancato esorcismo del lavoro e la secolarità incompiuta ha come scopo primario contestare ogni tendenza sacralizzante (opprimente) vecchia e nuova, ivi compresa quella della razionalità tecno-economica. Pur tra aperture e rientri anche le nostalgie dell’ozio, infine, tengono vivo il sogno di tempi e di luoghi di vita diversi da quelli scontati e regolati dalla società disciplinare.

Dentro o fuori il mondo è un’alternativa troppo secca. Di quale mondo si parla, inoltre, essendo doppio sia per il lavoro che per la natura? C’è il mondo degli uomini come mondo giusto o come mondo ingiusto rispetto all’esistenza personale e comune, e c’è il mondo della natura lavorata come mondo aggredito e sfruttato o come mondo rispettato e ringraziato. Il mondo del lavoro, poi, è addirittura doppio dentro il suo stesso essere doppio come perno di due doppiezze: del mondo umano giusto/ingiusto e del mondo naturale distrutto/rispettato.

Le radici ascetiche del lavoro perciò (ordine dell’esistenza, umanità, concretezza, equilibrio, frugalità, autosufficienza) sono attraversate da spinte etiche universali e tra queste, per Maritain, proprio il «contatto con la natura» e il recupero dell’«artigianato» come distacco «dall’industrializzazione e da un asservimento conseguente alla tecnica». «Condurre le vacche», allora, è indispensabile per «rendere testimonianza alla semplicità dei rapporti umani con gli esseri della natura»: un «beneficio» e una «lezione» di cui «l’uomo moderno è sempre più privato»38.

Niente è ciò che sembra. Il lavoro è un fulcro inaggirabile e l’ascesi inframondana, che smuove l’etica della professione fino ai codici etici, resta sospesa tra mondi, sacri, ascesi, etiche che si rivelano essere più da vicino mondi di mondi, sacri di sacri, ascesi di ascesi, etiche di etiche in un vortice che riporta di continuo al senso del lavoro stesso.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.